Beata Madre Maria di Gesù Santocanale

Carolina Concetta Angela nasce a Palermo il 2 ottobre 1852, festa dei SS. Angeli custodi e viene battezzata il giorno 3, festa della festa di san Francesco.

Appartiene al nobile casato dei Baroni della Celsa Reale e viene educata come si conviene a nobili; fa la prima Comunione ad otto anni, preparata dalla mamma e segue gli studi superiori in casa.

A sedici anni è una bella fanciulla e come ogni giovane della sua età ama curare il suo aspetto, apparire bella; sente il fascino del mondo e come ogni ragazza…sogna il suo “principe azzurro”…

Sedici anni…un sogno…un ragazzo da amare…così come si ha il desiderio di amare a sedici anni.

Ma Dio ha posto su di lei il suo sguardo di predilezione; ha stabilito di farla sua, interamente “sua” e, con arte divina, inizia il lavoro di cesello della sua anima: l’ascolto della Parola, una buona ispirazione, il richiamo della nonna, una predica ascoltata per caso, una frase udita, una lettura meditata…

 

 

Carolina comincia ad apprezzare la bellezza della “verginità”, sperimenta l’intima unione con Dio nella preghiera e scrive un biglietto che pone nella scrivania e spesso rilegge: “Carolina, bada, sai, la tua felicità sta rinchiusa nella tua verginità…non ti lasciare lusingare. Combatti fiduciosa nel Cuore di Gesù e non temere di essere vinta. Coraggio! Fortezza e via, in nome di Maria!”.

A 19 anni è chiamata al capezzale del nonno, morente a Cinisi (PA), dove incontra don Mauro Venuti, il sacerdote scelto da Dio a divenire il suo “direttore spirituale”; non esita ad aprirgli l’animo e scopre che Dio la chiama ad uno stato di maggiore perfezione.

La sua risposta è pronta, decisa. Riceve frequentemente Gesù Eucaristia, da cui trae forza nella lotta per il raggiungimento del suo ideale, accetta di divenire “presidente” delle Figlie di Maria nella Parrocchia di S.Antonio Abate a Palermo, a 21 anni.

Il suo bisogno di immergersi nella contemplazione, la spinge a pensare al monastero di S.Caterina in Palermo; ma in lei c’è vivo anche un altro desiderio, altrettanto forte: lenire le piaghe fisiche e morali, a Cinisi, di tutte quelle persone la cui profonda miseria materiale e spirituale la sconvolgono.

Numerosissimi i poveri, altrettanti i disabili, molti gli malati e spesso abbandonati, orfane sole…

Che fare? Qual è la volontà di Dio?… la lotta è grande, la preghiera intensa…e la luce viene!

Nel settimo centenario della nascita di san Francesco d’Assisi, Papa Leone XIII con lettera pastorale incoraggia i parroci a far sorgere nelle parrocchie il T.O.F. (Terz’Ordine Francescano), oggi OFS (ordine francescano secolare). Carolina può fondere i suoi due ideali: di contemplazione, seguendo la mistica di Francesco d’Assisi e di azione, aiutando i poveri.

Il Signore, prima di renderla degna di tale missione, la purifica, la mette in croce: sedici lunghi mesi di dolori atroci, di sofferenze inaudite…neppure la forza di fare il segno di croce.

Ha solo una grande lucidità di mente; riconosce il suo nulla…l’uomo da se non può realizzare alcun progetto: tutto viene da Dio!

Carolina guarisce nel 1887 grazie all’aiuto di un medico, amico di famiglia e l’intercessione di san Giuseppe; il 13 giugno veste l’abito religiosa come Terziaria francescana seguita a breve distanza da tre giovani della parrocchia.

Non si chiamerà più Carolina, ma Suor Maria di Gesù… Come  Francesco si fa povera tra i poveri e con la bisaccia sulle spalle gira di porta in porta, sfidando l’ira del suo papà che se ne sente profondamente umiliato, e dà ai poveri quanto ha raccolto preparando ogni giorno una minestra calda con l’aiuto delle sue suore. A quelli che preferivano morire di fame piuttosto che chiedere l’elemosina lei, con tenerezza materna, manda fino a casa il cibo cucinato.

Il suo cuore è così grande che nessuno, a Cinisi, rimane senza il suo generoso ed affettuoso interessamento specie se vecchio, ammalato, sofferente, solo.

La sua vita spirituale è fondata su Gesù Eucaristia; da Lui attinge la forza, ma anche la sua maternità spirituale che la caratterizzano per il suo modo tenero  di accostarsi alla gente, ai malati, ai moribondi di cui lei stessa si prende cura. La sua attenzione è rivolta ai malati, ai bambini, alle famiglie, ai bisogni della parrocchia.

Noi, suore cappuccine dell’Immacolata di Lourdes, come Congregazione fondata da Madre Maria di Gesù, ci sforziamo di incarnare il carisma ereditato svolgendo la missione nei seguenti ambiti.

  • Educazione dell’infanzia nelle scuole materne ed elementari e nelle colonie, secondo le possibilità della struttura;
  • Educazione degli adolescenti e dei giovani nella scuola media inferiore e superiore, nelle scuole professionali e di artigianato, insegnamento della religione nelle scuole statali;
  • Accoglienza diurna di minori in difficoltà, accoglienza delle giovani nelle comunità alloggio e nelle case famiglia;
  • Animazione dei gruppi giovanili;
  • Collaborazione nella pastorale parrocchiale;
  • Assistenza agli infermi negli ospedali e nelle cliniche;
  • Assistenza alle donne anziane nelle case di riposo;
  • Assistenza ai disabili fisici e psichici;
  • Visite e, ove possibile, assistenza domiciliare agli ammalati;
  • Apertura alle nuove povertà presenti sul territorio.

“Se il chicco di grano, gettato a terra non muore, rimane solo!”…proprio così…Madre Maria di Gesù, poco alla volta, muore a se stessa, infine muore alla vita terrena il 27 gennaio 1923. unanime il grido del popolo alla triste notizia: “è morta una santa”!

Il 24 gennaio 1923 la Congregazione viene eretta a istituto di diritto diocesano per cui la nostra famiglia religiosa entra a far parte degli Istituti religiosi ottenendo così una prima approvazione ecclesiastica ; nel 1947, infine, la Congregazione viene eretta a istituto di diritto pontificio e nel 1968 ottiene il Decreto di Lode.

Il patrimonio spirituale, ereditato dalla nostra Fondatrice, consiste proprio nella sequela di Cristo e nel servizio ai fratelli secondo lo stile francescano dell’umiltà, della minorità, della semplicità e della povertà.



Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace.

(FF 262)